Université de Corse
GHJUVAN-MARCU LECA
"Il corso, la lingua dei miei antenati e anche dei miei figli."
La lingua corsa, o corsu, è un patrimonio culturale ricco e complesso, con origini nel latino volgare e influenze significative dalle dominazioni pisana e genovese. Tradizionalmente, il còrso è stato utilizzato come vernacolo locale, sviluppando una letteratura significativa a partire dal XIX secolo, con opere emblematiche come “U sirinatu di Scappinu”. Oggi, nonostante la predominanza del francese, il còrso è parlato da una parte considerevole della popolazione, rappresentando un elemento essenziale dell’identità locale.
Negli ultimi decenni, la rinascita culturale nota come riacquistu ha alimentato un rinnovato interesse per la lingua. Sono stati attuati programmi educativi e iniziative per promuovere l’uso del còrso, sia nelle scuole che nella vita quotidiana. Questa riscoperta ha portato a una crescente consapevolezza del valore del còrso come simbolo di identità regionale.
Il futuro della lingua corsa dipenderà dalla volontà della comunità di sostenere e promuovere il còrso. Investire in risorse educative e culturali sarà fondamentale per garantire la sua sopravvivenza e prosperità. Con un impegno collettivo, il còrso ha il potenziale non solo di resistere, ma anche di fiorire come parte integrante della cultura corsa per le generazioni future.
La storia della lingua corsa è un riflesso delle influenze culturali, politiche e storiche che hanno caratterizzato l’isola. Le sue origini risalgono al latino volgare, introdotto dai Romani durante la conquista della Corsica nel III secolo a.C. Questo latino sostituì progressivamente le lingue preesistenti, come il ligure e il fenicio. Con la caduta dell’Impero Romano, il corso cominciò a differenziarsi come varietà romanza, integrando elementi delle lingue locali e evolvendo in una forma distintiva.
Nel XII secolo, l’isola fu sotto il controllo della Repubblica di Pisa, e il toscano medievale influenzò significativamente il corso, arricchendo il lessico e la grammatica. Con la sconfitta di Pisa da parte di Genova nel 1284, l’isola passò sotto il dominio genovese. Sebbene il genovese diventasse la lingua ufficiale, il corso rimase la lingua parlata dalla popolazione, mantenendo la sua identità nonostante l’influenza ligure.
Nel 1768, la Corsica fu ceduta alla Francia con il Trattato di Versailles. L’imposizione del francese come lingua ufficiale portò a una progressiva francesizzazione dell’isola, con un impatto negativo sull’uso quotidiano del corso. La lingua corsa subì un forte declino nel XIX secolo, soprattutto con l’industrializzazione e l’urbanizzazione, che portarono a una diminuzione della sua trasmissione intergenerazionale.
Tuttavia, a partire dagli anni ’70 del XX secolo, ci fu una significativa rinascita culturale. Movimenti politici e culturali iniziarono a battersi per la preservazione e la valorizzazione della lingua corsa. In questo contesto, il corso è stato reintrodotto nelle scuole e sono stati sviluppati materiali didattici. Oggi, il corso è riconosciuto come parte importante del patrimonio culturale della Corsica, anche se il francese continua a predominare nelle istituzioni e nella vita quotidiana. La lotta per il riconoscimento e la promozione della lingua corsa continua, con un crescente interesse per la diversità linguistica e la valorizzazione delle identità culturali.