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Università Roma Tre e Accademia della Crusca

PAOLO D’ACHILLE

"L’italiano, la lingua parlata, le lingue minoritarie e lingue dialettali"

In Italia non tutti gli italiani usano sempre e solo l’italiano: un po’ in tutta la penisola, infatti, l’italiano convive da secoli con i dialetti locali,tuttora in uso, sia nel parlato sia nello scritto. La ricchezza e la varietà dei nostri dialetti sono conseguenza della frammentazione romanza, in un’Italia particolarmente accentuata, succeduta all’unità linguistica latina dopo la caduta dell’impero romano, e della differenziazione etnica della nostra penisola prima della sua unificazione a opera dei Romani.
I dialetti in Italia non costituiscono varietà locali della lingua nazionale, né tanto meno deformazioni o corruzioni di questa, ma sono lingue a tutti gli effetti. Dal punto di vista storico-linguista, derivano anch’essi dal latino volgare e dunque hanno la stessa dignità dell’italiano. La distinzione tra lingua nazionale e dialetto è frutto di circostanze storiche, legate a fatti politici, economici e culturali, che hanno conferito alla lingua un prestigio maggiore, grazie a un processo distandardizzazione che i dialetti non hanno conosciuto, e conseguentemente al suo impiego nella letteratura, nell’insegnamento scolastico, nei campi dell’amministrazione e della burocrazia.
Oggi molti italiani usano sia la lingua sia il dialetto e li alterano in un rapporto che non è tanto di bilinguismo (situazione che si ha quando il parlante dispone nel proprio repertorio due lingue diverse che per lui hanno lo stesso prestigio e che usa con interlocutori diversi) , quanto di diglossia, che comporta la scelta di uno o dell’altro codice, che non si pongono sullo stesso piano, a seconda della situazione comunicativa.
Per gli usi formali ci si serve di norma dell’italiano, per quelli informali si ricorre ancora prevalentemente al dialetto. Non mancano casi di commistione, spontanea o intenzionale, tra i due diversi sistemi.

PAOLO D’ACHILLE (Università Roma Tre e Accademia della Crusca)
"L’italiano, la lingua parlata, le lingue minoritarie e lingue dialettali"

All’interno della comunità nazionale esistono comunità alloglotte, queste minoranze linguistiche sono riconosciute e pertanto tutelate dalle legge n.482 del 15 dicembre 1999, che pur riconoscendo nell’Italiano la lingua ufficiale, tutela la lingua e la cultura delle minoranze (in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei).
La Costituzione, all’articolo 6, prevede specificamente, tra i principi fondamentali della Repubblica, la tutela delle minoranze linguistiche, che è stata attuata attraverso l’adozione di appositi provvedimenti normativi tra cui gli statuti delle regioni a statuto speciale dove sono più presenti tali minoranze.