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Universitat de les Illes Balears

ELOI BELLÉS

"Quando l’abitudine fa il monaco, o la toponomastica come campo di battaglia politica. Una prima approccio."

Le questioni discusse nello spazio pubblico sono, per natura, un elemento che può servire come strumento politico. La lingua, come tutti sanno, non fa eccezione. La toponomastica, in quanto rappresentazione pubblica di nomi significativi per le comunità linguistiche, è una pratica fondamentale per dimostrare il controllo politico dello spazio (Vuolteenaho & Berg 2019, 1).

In un progetto che si trova appena all’inizio, intendiamo studiare come gli usi e i discorsi sulla toponomastica e l’isonimia catalana siano stati uno strumento di primaria importanza per il dibattito politico tra i nazionalismi catalano e spagnolo. A questo scopo, in questa comunicazione proponiamo una prima approccio a questo progetto: spiegheremo quale sia l’impostazione da cui partiamo e quale metodo di lavoro intendiamo adottare. Lo faremo attraverso due esempi che hanno avuto una grande rilevanza mediatica negli ultimi anni; da un lato, analizzeremo i criteri adottati nell’edizione in spagnolo della Wikipedia per decidere la forma e la grafia dei nomi dei comuni della Catalogna e, dall’altro, studieremo quali implicazioni politiche abbiano le diverse posizioni riguardo alla triade Maó – Mahó – Mahón per riferirsi alla città e al principale porto di Minorca.

ELOI BELLÉS (Universitat de les Illes Balears)
"Quando l’abitudine fa il monaco, o la toponomastica come campo di battaglia politica. Una prima approccio."

La cartellonistica bilingue gioca un ruolo fondamentale nella salvaguardia e promozione delle lingue minoritarie, garantendo loro una visibilità che ne rafforza il prestigio. Attraverso i cartelli all’ingresso di città o nelle segnaletiche stradali, la lingua locale esce dalla sfera privata per acquisire una presenza ufficiale e pubblica, diventando parte integrante dell’identità collettiva della comunità.

Questa visibilità è essenziale per rivalutare lingue che rischiano di essere dimenticate o percepite come inutili. L’affiancamento della lingua nazionale a quella locale non solo valorizza la diversità culturale, ma incoraggia il multilinguismo, mostrando che la convivenza di più lingue arricchisce il tessuto sociale. La toponomastica bilingue sensibilizza in modo naturale, educando soprattutto le nuove generazioni a riconoscere e apprezzare il valore storico e culturale della lingua del territorio.

Inoltre, l’inclusione della lingua locale nei contesti istituzionali rafforza la sua rilevanza, non più confinata agli ambiti privati o familiari, ma riconosciuta come parte della vita pubblica. Questo legame con l’ufficialità istituzionale spinge la comunità a considerare la lingua locale come uno strumento vivo e utile anche nei rapporti formali, aumentando la probabilità che venga tramandata.

In conclusione, la cartellonistica bilingue non solo preserva le lingue minoritarie, ma contribuisce a costruire un ambiente inclusivo e multiculturale, dove la diversità linguistica viene celebrata e trasmessa alle generazioni future.