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Università di Pisa

ADRIANO CERRI

"Una lingua non salvata: parabola storica del lituano di Prussia."

Il contributo richiama l’importanza storica del lituano nel Ducato (poi Regno) di Prussia soffermandosi su due momenti particolarmente salienti: il Cinquecento, quando su impulso della Riforma vennero stampati i primi libri lituani, e l’Ottocento, allorché nella Lituania zarista vigeva il divieto di stampa in caratteri latini e dalla Prussia entrarono nel paese migliaia di libri clandestini. La sopravvivenza del lituano in questa regione è stata messa a dura prova dalle alterne vicende storiche. Nello studio si ricostruiscono i fattori e gli attori più importanti per la salvaguardia di questa lingua dal XVI secolo a oggi. Dal secondo dopoguerra, le politiche di russificazione (demografica, linguistica, toponomastica, ecc.) hanno creato le condizioni per una glottonecrosi, ovvero la “morte localizzata” di una lingua (che resta invece ben viva nella Repubblica di Lituania). La parabola ha trovato una conclusione simbolica nella recente chiusura dell’insegnamento del lituano presso l’Università federale baltica Immanuel Kant di Kaliningrad.

ADRIANO CERRI (Università di Pisa)
"Una lingua non salvata: parabola storica del lituano di Prussia."

La storia del lituano di Prussia è un esempio significativo di come le lingue possano evolversi e affrontare il declino. Questo idioma, appartenente al gruppo delle lingue baltiche, era parlato dalle popolazioni lituane che si insediarono nella regione della Prussia orientale tra il XIV e il XVII secolo. Inizialmente, il lituano di Prussia era una lingua viva, con caratteristiche distintive influenzate dai contatti con lingue germaniche e slave.

Tuttavia, la situazione cambiò con l’arrivo dei Teutonici nel XIII secolo, che portarono una colonizzazione tedesca massiccia. Con il tempo, il tedesco divenne la lingua dominante in ambito amministrativo e commerciale, riducendo il prestigio del lituano. Questo fenomeno di germanizzazione portò a un progressivo abbandono della lingua lituana, specialmente tra le generazioni più giovani.

Nel XVIII secolo, il declino accelerò, con il lituano di Prussia che cominciò a scomparire come lingua parlata. Alla fine del XIX secolo, il numero di parlanti era drasticamente diminuito, e la lingua era considerata in via di estinzione.

La prima guerra mondiale e le modifiche geopolitiche seguirono, spingendo molti lituani di Prussia a emigrare verso la Lituania. Negli ultimi decenni, si è riscontrato un rinnovato interesse per il lituano di Prussia, con sforzi per documentare e preservare il patrimonio linguistico. Sebbene sia oggi considerato estinto, il lituano di Prussia rappresenta un’importante testimonianza della storia e dell’identità di un popolo.